Pizzo Cefalone, la montagna che c’è ma non si vede!


Sono passati non so quanti anni dalla mia ultima volta in montagna…
Stavolta però sapevo che sarebbe stato diverso. A quell’altezza non ci sono mai arrivato. Soprattutto non ci sono mai stato con qualcuno che sapesse realmente cosa significhi stare li su… A camminare tanto sono abituato, ma so che li è diverso. Ti stanchi, poi ti riprendi, in molti tratti ti sembra come  fare le scale senza fermarti. Nonostante tutto, mi sentivo pronto. Emozionato ma pronto.
Ad un tratto mi è sembrato di vivere l’attesa come quando hai un appuntamento con una ragazza che non conosci. In fondo lo sai, è una ragazza, sarà diversa ma allo stesso tempo uguale alle altre. Eppure hai quell’ansia addosso, che ti fa pensare… “Mi piacerà?” … “Le piacerò?”… “Chissà come sarà….” Poi ti butti e vai a conoscerla.
Partiamo da Aprilia alle 6.20, Doriano ed io, da soli. Colpa mia il ritardo sul tabellino di marcia, visto che per l’ansia, mi stavo dimenticando il giubbino ed anche il portafoglio.
Alle 9 stiamo a Campo Imperatore…  Io perplesso ed emozionato allo stesso tempo. Doriano calmissimo, anche se perplesso anche lui da un tempo che non sembra poter regalare nulla di buono.
Ci guardiamo e partiamo entrambi con un desiderio… Quello di arrivare in vetta e trovarci sopra le nuvole, per goderci uno spettacolo che Doriano sembra aver già visto, e che racconta come qualcosa di meraviglioso.
Il vento è abbastanza forte, ed il freddo si fa sentire! Anzi direi che i due insieme minacciano di rovinare una passeggiata che mi aspettavo relativamente facile e tranquilla. Ci vestiamo a cipolla (più che una cipolla sembravo Bibendum,  il pupazzo Michelin), ed iniziamo il nostro viaggio verso la vetta del Pizzo Cefalone.
Dopo 200 metri ho già il fiatone! Te pareva… morto da subito… No!! Non ci sto, devo riprendermi e stare al passo…
Spezzo il fiato e continuo il cammino immerso nella nebbia. Non vedo altro se non nebbia e Doriano che va beato e tranquillo avanti a me. Povero… lo rallento pure, altrimenti sarebbe già a metà strada.
Purtroppo sull’escursione c’è poco da dire. La cosa che ricordo maggiormente sono i colori bianchi e grigi delle nuvole e dei sassi. L’aria umida e il vento sempre più freddo (almeno questa è la mia impressione).
Mi trovo ad un certo punto con Doriano che mi guarda e mi fa… “Ok! Ora dobbiamo arrampicarci su queste rocce”. Mi sembra di tornare bambino e con entusiasmo inizio a seguirlo anche mentre si arrampica.
Mi sembra anche di cavarmela abbastanza bene, nonostante sembri più una lonza che un trekker.
Arrivo su e Doriano soddisfatto mi da la mano e mi dice: “Complimenti Simo! La vetta del Cefalone è Tua!”… “?... Questa? E da che lo capisci?” Intorno a noi è tutto completamente bianco… la visibilità è scarsa, ma poi vediamo la Croce… o ciò che ne resta.  Il tempo di due foto e si riparte per la discesa.
E’ di sicuro la parte più facile, se non fosse per quel cavolo di vento che ti sposta.
A metà tragitto un momento di gioia improvvisa. Il cielo si apre un po’ e ci regala la possibilità di fare qualche foto decente.
Mi godo per un bel po’ lo spettacolo che la natura mi offre e ripartiamo.
Il tour del Pizzo Cefalone è concluso. Una montagna divertente, che ha cercato di respingermi in tutti i modi.
Alla fine l’ho fatta comunque mia. Perché come si dice, la perseveranza premia.
Certo… se l’avessi vista sarebbe stato ancora più bello, ma la giornata mi ha davvero soddisfatto.
Ora ho solo una certezza. Tornerò su questa vetta e la vedrò sicuramente diversa. Secondo me sarà davvero bella. Al momento porterò il ricordo di una giornata passata in ottima compagnia e con la testa completamente tra le nuvole.